di Valentina Schiuma e Antonella Nuzzolese

Sempre più spesso l’uso di droghe e alcol sembra riguardare il mondo degli adolescenti sfociando sovente in vere e proprie dipendenze. Oltre a mettere in pericolo la vita stessa dei  ragazzi, la dipendenza da sostanze rappresenta un problema per l’intera famiglia che deve lavorare sinergicamente per aiutare il ragazzo a venirne fuori.

Ma prima di parlare di vere e proprie dipendenze l’adolescente molto spesso si approccia all’alcol, ai cannabinoidi o ad altre sostanze, attraverso esperienze esplorative. La sperimentazione del mondo interno ed esterno, le condotte di sfida e sperimentazione dei propri limiti, sono le dinamiche caratterizzanti questa particolare fase della vita e in questo rientra anche la curiosità verso l’utilizzo di sostanze stupefacenti. Esperienze di ricerca del rischio e ricerca di sensazioni forti e impattanti portano l’adolescente tanto a sperimentare sport estremi quanto a utilizzare sostanze. Inoltre, molto più spesso l’utilizzo condiviso di sostanze leggere assume anche un significato sociale, di appartenenza al gruppo dei pari, esperienza fondamentale in questa fase evolutiva.

Non tutti gli adolescenti rimangono affascinati da queste esperienze, quelli con un sistema di attaccamento sicuro tendono a fermarsi relativamente presto lasciando che rimangano solo esperienze esplorative, delle prove o dei tentativi. Coloro che tendono a ripetere queste esperienze di “sballo” probabilmente esprimono un disagio più ampio e dalle radici più profonde.

Il sistema che si attiva nella ricerca ripetuta della sostanza e nel presentarsi di una dipendenza è strettamente connesso proprio alla natura relazionale dell’uomo e alla sua naturale propensione a creare legami stabili e di interdipendenza. Infatti la condizione di dipendenza è una condizione fisiologica e imprescindibile per uno sviluppo sano: i bambini sono dipendenti dai loro genitori che forniscono loro accudimento, gli adolescenti hanno bisogno del contenimento affettivo dei genitori e del gruppo dei pari, i partner di una coppia dipendono l’uno dall’altro e infine i genitori anziani dipendono dai loro figli che forniscono loro cure e accudimento quando da soli non ce la fanno più. Quelle appena elencate possono essere definite come “dipendenze sane” e sono fondamentali per uno sviluppo equilibrato. Quando non vi è possibilità di instaurare dipendenze di questo tipo all’interno del proprio sistema familiare spesso accade che si cerchino altrove e sotto altra forma. Molto spesso gli adolescenti cresciuti in sistemi familiari carenti provano a compensare il bisogno di dipendenza attraverso il gruppo dei pari. Solitamente i genitori non vedono di buon occhio tali legami, spaventati all’idea che i propri figli vengano trascinati da cattive compagnie, ignorando l’importantissimo valore protettivo che gli amici possono ricoprire. Quando anche il gruppo dei pari non si rivela sufficiente, è possibile che l’adolescente sviluppi una dipendenza patologica.

Negli  adolescenti è fisiologicamente definita  la ricerca di sensazioni forti e questo si può facilmente vedere dalla propensione agli sport estremi, dall’uso spesso pericoloso dei mezzi di trasporto, i motorini in particolare. Un altro fenomeno che si associa tantissimo alla ricerca di sensazioni forti è l’utilizzo di videogiochi. Sempre più abituati ad utilizzare i mezzi tecnologici, spesso sottovalutiamo gli effetti neurologici dell’uso esteso di questi mezzi. In particolare, è sempre più evidente come la ricerca di stimoli immediati attraverso la tecnologia porta questi ragazzi a saper sempre meno tollerare le frustrazioni, i momenti di attesa, il sapersi annoiare.

La noia assume soprattutto oggi un alto valore terapeutico poiché viene ad essere uno spazio sospeso dove ascoltarsi e cercare creativamente delle risposte alla tensione emotiva percepita. L’interpretazione psicoanalitica classica definisce la noia come sentimento spiacevole causato dalla tensione tra «bisogno» di attività mentale e assenza di una «stimolazione» adeguata. Lì dove si crei l’assenza di una stimolazione esterna ed immediata, che deriva da un oggetto esterno, telefonino o sostanza, sarebbero proprio le attività mentali e creative a muoversi per cercare risposte alternative a questo desiderio di stimoli. Si potrebbe, in questa direzione, sviluppare il mondo della fantasia, mondo sempre meno esplorato perchè sostituita da immagini e stimoli immediatamente disponibili.