Torniamo da queste vacanze estive molto ricaricate e soprattutto felici di vedere che le famiglie NETural stanno crescendo e sono sempre di più. Ecco la testimonianza speciale di una mamma NETural come Letizia Piangerelli, in viaggio con la sua famiglia tra avventura e gioco in Basilicata.

di Letizia Piangerelli

 LETIQuesta storia inizia da una premessa: noi siamo una famiglia fortunata, abbiamo 4 nonni in piena forma, due abitano in Trentino, gli altri due nelle Marche in riva al mare. Mari e Monti da sei anni – cioè da quando siamo diventati tre – costituiscono l’orizzonte sicuro delle nostre estati. Un tragitto rigorosamente diviso in parti uguali e percorso sempre da nord a sud, per riaffacciarci a settembre
in città con le valigie ruvide di sabbia e la faccia cotta da vento e sale. Esistono tanti tipi di vacanza e questa l’abbiamo sempre rubricata alla voce “riposante”: niente fatica, nessun cruccio, pochissime spese. Ma mamma l’avventura, le scoperte, la meraviglia?
E’ per rispondere a questa domanda che vi posso raccontare la storia di un’altra vacanza, quella che quest’anno ci ha portato a mollare gli ormeggi e partire alla volta della Basilicata.
8 giorni, 6 tappe, una collezione di avventure costruite con lo scopo preciso di andare a caccia di emozioni, buone per adulti e bambini. Lo spunto ce l’ha dato il papà di un’amichetta di scuola di Viola, raccontandoci di un’oasi a Policoro dove ti portano in catamarano a vedere i delfini. Che visione in un grigio inverno bolognese! Ed è così che ad aprile 2017, con l’aiuto prezioso dei miei amici Mariella e Andrea di Casa Netural, abbiamo messo insieme questa vacanza memorabile.
Tappa n.1 – Matera – Oasi del WWF, Policoro (2 notti)
Ogni anno d’estate l’oasi del WWF insieme alla Fondazione Ionan Dolphin organizzano escursioni in catamarano al largo del mar Ionio, per studiare delfini e cetacei nel loro ambiente naturale. Lo scopo del progetto, con un approccio fondato sulla citizen science, è trasformare per un giorno semplici cittadini in ricercatori attivi, sensibilizzando adulti e bambini sull’importanza di rispettare
l’ecosistema marino e la libertà degli esseri che lo abitano. E’ bastata un’ora di navigazione per entrare nel cuore della loro piazza, centinaia di delfini che saltavano ovunque attorno alla barca, accompagnandoci curiosi per un pezzo di strada, per poi immergersi e riapparire lontani e tanti all’orizzonte.
Un’emozione rara, preziosa, pura commozione per l’incontro ravvicinato con qualcosa di misterioso e vivo, che nessun acquario, per quanto ben tenuto e sensibile, vi potrà mai regalare.
La settimana prima della nostra uscita un gruppo fortunato ha avvistato un capodoglio, lo Ionio è un mare profondo pieno di meraviglie.
Avviso importate: l’uscita è molto gettonata e salgono solo 20 persone al giorno, consigliamo di prenotarla molto presto se volete assicurarvi un posto, noi abbiamo acquistato i nostri biglietti ad aprile!
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Tappa n.2 – Policoro – San Severino Lucano, passando per Terranova del Pollino (1 notte)
Dopo il mare, la nostra lista delle avventure concordata con Viola comprendeva la notte in un rifugio di montagna. Nel parco nazionale del Pollino ce ne sono tanti e da San Severino Lucano partono tantissimi percorsi attrezzati, parchi avventura, rafting, camminate, osservazione di animali. Anche se non sembra, noi volevamo andare piano e fare solo due cose: mangiare salsicce cotte alla brace di un fuoco e salire su una giostra persa in mezzo a un altopiano.Abbiamo quindi seguito la strada più breve (non la più veloce), arrotolandoci sulle curve che da Policoro entrano nel parco e salgono fino al Rifugio Aquila Verde (Terranova del Pollino), un luogo essenziale e ospitale dove ci ha accolto una giovane famiglia con due bambine, un cane e una terrazza naturale su tutta la valle.
Lì abbiamo saziato la nostra fame di salsicce e dormito la prima notte fresca di un’estate torrida. Per poi partire con calma al mattino alla volta del giro sulla giostra di Holler, un’installazione artistica che fa parte del circuito Arte Pollino, dove è possibile salire e  sperimentare…. la lentezza. IMG_20170809_151707 Mentre ti abitui allo scorrere contro-intuitivo di un tempo che passa molto piano, dove di solito il gioco è dettato dalla velocità, finalmente ti fermi e inizi ad accorgerti davvero di ciò che hai intorno. Pensavo che Viola fosse impaziente, che chiedesse di andare più veloce.

Ho sottovalutato la capacità di meravigliarsi dei bambini, ha chiesto di farla due volte. Ancora mamma, ancora!

(nb: la velocità prescritta dall’artista per riportarci a godere del tempo presente prevede che un singolo giro duri 15 minuti….).

Tappa 3 – San Severino Lucano – Maratea (2 notti)
Ci siamo a questo punto concessi una pausa di mare, e che mare! Non mi dilungo molto su questo, il mare di Maratea è trasparente, di sassi e sabbia nera come il Conero, attrezzato di tutto ma anche selvaggio (a seconda dei gusti ci sono più di 15 spiaggette), pesce a
volontà e la statua del Cristo Redentore che aspetta in alto, per una visita al tramonto. Una nuova avventura ci aspettava nella tappa successiva, l’ultima, dove ho dovuto fare appello a tutto il mio coraggio per convincermi a sperimentare cosa si prova a volare.IMG_20170803_194639

Tappa 4 – Maratea – Castelmezzano/Pietrapertosa (1 notte)

Inseriti tra i borghi più belli d’Italia, nel cuore delle Dolomiti Lucane, Castelmezzano e Pietrapertosa sono anche conosciuti per l’esperienza del Volo dell’Angelo, un volo in tutta sicurezza agganciati a un cavo lungo 1400 metri che collega dall’alto i due paesi. La durata è sufficientemente lunga per tenere gli occhi aperti, farsi passare la paura ed entrare per un attimo in empatia con gli uccelli. Avrei
continuato ad andare avanti e indietro per tutto il pomeriggio! Per fare il volo bisogna avere compiuto i 16 anni, oppure 12 se accompagnati da un adulto (si può volare anche in coppia! In entrambi i casi va prenotato con largo anticipo per trovare posto).

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E mentre io facevo prove di lancio, Viola e il papà si sono avventurati sul percorso delle sette pietre che collega via terra i due borghi e si sono poi concessi una deviazione prendendo il ponte nepalese, lungo 72 metri, che collega le ferrate Marcirosa (Pietrapertosa) e Salemm
(Castelmezzano). Le vie ferrate sono bellissime e non particolarmente difficili per giovani e adulti. Per chi non dispone di attrezzatura sono percorribili con l’accompagnamento di guide del posto, ma sono sconsigliate per bambini e bambine al di sotto dei 14 anni (alcuni punti sono esposti al sole e alcuni passaggi sono costruiti su rocce con pendenze significative).
Vale la pena in questi luoghi fermarsi anche a dormire: di notte si accendono come presepi raccolti tra spunzoni di antiche montagne. Abbiamo passato il dopocena col naso all’insù a unire i puntini tra le stelle.
La nota di fondo di tutto il viaggio è stata la capacità innata dei lucani di accoglierti con calore, come fossi di famiglia a prescindere, di quelle famiglie allargate dove uno è sempre ospite e mai turista di passaggio. Forse è proprio questo che ha reso questo viaggio un’avventura speciale, dove abbiamo collezionato così tanta meraviglia.
Le due tappe che mancano sono l’andata e il ritorno (Ancona-Matera | Matera – Ancona) dove ci siamo fermati a dormire a Casa Netural, per poter stare un pò con i nostri amici Mariella e Andrea, conoscere la piccola Alice ed Edo e far sperimentare a Viola cosa vuol dire
 
Deve averlo capito bene, anche se il tempo è stato poco, perché durante l’aperitivo dell’ultimo giorno al birraio ha detto che lei “abita a Casa Netural, un posto dove dormi e mangi e anche i grandi ci lavorano giocando, insieme a tante persone simpatiche, con i cartelloni e i disegni pitturati sui muri”.
In effetti a sentirla, sarebbe bello vivere sempre in un posto così.